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21 maggio 2003
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LA VITA DEGLI ALTRI
di MAGDI ALLAM |
Democrazia e donna nell'islam: parla Roberto, un italiano convertito
Caro
Magdi, anche io sono un musulmano convertito come Tony. Quel poco che
ho letto della sua lettera mi sembra molto sensato, ma forse deve aver
detto qualcosa di molto poco occidentale se ci sono state risposte
contro soprattutto per quel che riguarda i diritti delle donne. Infatti
ho molto apprezzato la lettera di Naglaa che approvo in toto. Vorrei
però chiarire due punti per me fondamentali, che sono anche i punti di
scontro Occidente-Islam su democrazia e diritto delle donne.
Penso
anche io che in linea di principio l'Islam non sia incompatibile con la
democrazia. Mohammad Abdu non è stato il solo a pensare di aver visto
in Occidente l'Islam senza i musulmani. Ma basta aver ideato un sistema
in cui la guida politico-religiosa deve essere scelta dal popolo per
definire il sistema democratico? Ritengo che nei paesi islamici si usi
il termine "islamico" come in Italia si usa il termine "democrazia".
Analogamente, la Democrazia Cristiana si chiamava tale, come in Egitto
si sarebbe chiamata "Islamica". E' innegabile che le costituzioni
occidentali si basino su principi originariamente cristiani che le
rendono irrinunciabili (primo fra tutti il rispetto del prossimo). Ma
questi principi sono anche islamici!
Allora dov'è il busillis? In
linea di principio la non separazione fra politica e religione potrebbe
anche trovare d'accordo. Perché i principi religiosi dovrebbero solo
applicarsi alla sfera privata e non a quella pubblica? Il problema sta
nella montesquieiana separazione dei poteri. Se il potere appartiene a
Dio, come e chi lo può separare? Nel sistema islamico il controllo
spetta al popolo. Il popolo ha il diritto-dovere di controllare se il
governante governa in nome e secondo le regole divine, pena ... non le
elezioni ma la ribellione. Appunto, né il Corano né il Profeta hanno
previsto un sistema dove ci siano regolari elezioni, né dove un potere
controlla l'altro. Quindi se il governante decide che il popolo ha
torto e ha l'esercito dalla sua, chi lo ferma? Se poi tutto deve essere
fatto in nome di Dio, lo scontro politico può facilmente divenire
scontro religioso e sfociare nel fanatismo.
Riguardo alle donne
posso dire che ritengo molto triste che i diritti delle donne debbano
essere difesi sculettando (in TV, al mare, o in minigonna che sia) o
peggio - mi riferisco alla lettera di Monica da Milano. Ma mi dà ancor
più fastidio che molti musulmani difendano il concetto sociale e
culturale (si badi, non religioso) maschilista arabo con la scusa che
la donna va protetta (!!!). Se va protetta è perché gli uomini
(musulmanissimi nell'esecrare un braccio scoperto) se ne infischiano
del dovere islamico di trattare le donne con rispetto (in tutti i
sensi!). Il busillis sta nel fatto che nell'Islam (e in linea di
principio anche in Occidente) diritto non vuol dire libertà di fare ciò
che si vuole. L'Islam (come il Cristianesimo e il razionalismo
occidentale) predica la moderazione, la modestia, il buon senso,
l'autocontrollo, la ragionevolezza, l'autodisciplina. Anche e
soprattutto nel rispetto delle regole sociali e
non nella loro
rottura (come l'individualismo fa spesso in nome della liberta'!). Ma
non è un concetto democratico fondamentale che la mia libertà finisce
dove comincia quella degli altri? In questo Islam e Occidente sono
compatibili, ma quei due busillis sono nodi di difficile risoluzione
che creano estremismi che fanno paura, dall'una come dall'altra parte.
Ho spalato le 20 righe e chiedo perdono, ma questi non sono argomenti
semplici, non trova? Ossequi.
Roberto Sartoni
Grazie
Roberto per questo contributo serio e finalizzato a valorizzare ciò che
vi è in comune tra l'islam e l'Occidente. Mi sembra rilevante il
passaggio in cui invita a non confondere dei comportamenti legati alla
cultura araba con i precetti della fede islamica. Complessivamente è
un'altra testimonianza che conferma la pluralità e la ricchezza
dell'islam. Lascio ai lettori le valutazioni nel merito delle due
questioni cruciali sollevate da Roberto: la democrazia e la donna
nell'islam. Mi auguro che il dibattito prosegua con il coinvolti di
tutti i lettori interessati a esporre con sincerità e in modo civile la
propria opinione, con l'obiettivo di favorire una pacifica convivenza
su una solida base di chiarezza e di integrazione.
(21 maggio 2003)
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